Tra i volti nuovi dell’Intermek, c’è quello di Matteo Paludetto, neo assistant coach della prima squadra cordenonese. Con questa intervista vi presentiamo il nuovo arrivato sulla panchina 3S.

Cappe: Ciao Matteo! Presentati ai lettori!

Matteo: Ciao Cappe, grazie di questa intervista. Sono Matteo Paludetto, anche se ormai non se lo ricorda più nessuno in quanto negli ultimi 25 anni sono sempre stato chiamato Palu da addetti ai lavori e non. Lavoro e provo ad allenare in quello che una volta era il mio tempo libero.

C: Parlaci un po’ di come è nata la tua passione per il basket e poi successivamente il primo approccio con l’ambiente coaching.

M: In realtà la passione è nata per sbaglio, nel senso che a 5 anni la pediatra mi sconsigliò uno sport all’aria aperta per problemi di allergie fondamentalmente e quindi sono entrato in palestra e da lì non ne sono ancora uscito. Ognuno ha le sue dipendenze.

L’altro lato della squadra ho iniziato a viverlo dai 16 anni quando ho accettato la proposta di Dario Starnoni che probabilmente aveva intuito che fosse meglio stessi seduto in panchina piuttosto che in piedi in mezzo al campo.

C: Per molti anni hai seguito le giovanili del Nuovo Basket 2000, cosa cerchi di trasmettere ai ragazzi che alleni, non solo dal punto di vista tecnico?

M: Probabilmente questa è una domanda da fare ai giocatori che hanno avuto la sfortuna di essere allenati da me, ovvero cosa (ammesso che ci sia qualcosa) gli è rimasto delle esperienze cestistiche in mia compagnia.

Dal punto di vista tecnico la risposta è semplice, ovvero allenare ogni giocatore per farlo diventare il miglior giocatore che possa essere. È la pratica la parte difficile.

Uscendo dalla parte tecnica, il fatto che il basket sia uno sport di squadra per forza di cose deve insegnarti che “Noi” viene prima di “Io”, nelle gioie e nei problemi, nelle vittorie e nelle sconfitte, altrimenti non si può parlare di squadra. Ed essere leali nei confronti dei compagni spero possa essere il primo mattoncino per essere un uomo corretto nella vita di tutti i giorni.

C: Arrivi da una piazza che si è sempre distinta nel campionato di serie D, Aviano. Come è stata la tua prima esperienza da capo allenatore con i senior?

M: Riassumendola con una parola direi breve. Nel senso che, per i ben noti motivi, il campionato è stato interrotto quando la stagione stava per entrare nel vivo con le ultime partite del girone di ritorno e i successivi playoff. Per quel poco che è durata direi positiva, sicuramente diversa rispetto ad allenare gli under, in quanto la crescita personale del giocatore passa in secondo piano rispetto alle esigenze di squadra e campionato, mentre con i ragazzi è l’opposto.

C:Ora approdi per la prima volta in una realtà di C Silver. Come ti prepari per questa nuova avventura?

M: Il campionato è nuovo e questo richiede un po’ di studio, più che altro per conoscere le caratteristiche di squadre e giocatori avversari. Oltre a questo, nulla di nuovo. Si va in palestra per uscire un po’ migliori di come si è entrati. O almeno ci si prova.

C: Il roster, come da tradizione 3S, è composto in buona parte da ragazzi usciti dal settore giovanile con qualche aggiunta. Quale può essere l’obiettivo stagionale per il gruppo?

M: Il campionato di quest’anno è molto interessante, in quanto il livello è molto simile (escludendo Sistema che sulla carta parte da favorita) e chiunque può vincere o perdere con chiunque. Penso che il primo obiettivo sia quello di creare un gruppo unito che non si smarrisca di fronte alle prime difficoltà per poi provare a fare il meglio possibile e giocarci le nostre chance fino in fondo.

C: Un tuo obiettivo personale per questa annata?

M: Arrivare alla fine senza rischiare 10 infarti potrebbe essere un buon punto di inizio. Oltre a questo punterei al fatto di arricchire il mio bagaglio di esperienze, dato che sono quelle che ti restano alla fine del gioco.

C: Ok Palu, cambiamo argomento. Come occupi il tempo libero? 

M: Il tempo libero durante l’anno è impegnato per allenare, preparare allenamenti o partite, per cui direi piuttosto noioso. Se riesco a ritagliare una serata libera nel weekend è dedicata ai miei amici che altrimenti mi danno per disperso.

C: Una passione extrabasket?

M: Quelli bravi direbbero la lettura. Non la considero una passione, ma un modo alternativo di viaggiare e conoscere il mondo.

C: Sogni nel cassetto o cose da fare nel futuro?

M: A medio – breve termine, andare a vedere le final four di Eurolega.

C: Cosa non deve mai mancare nel frigo per il post partita?

M: Una birra, ovviamente.

C: Grazie mille Palu, un grande in bocca al lupo da tutti i biancoverdi!

M: Grazie, ci vediamo in palestra!